The Oblique Look

The Oblique Look


The Oblique Look

The word oblique is used in different contexts, from the mathematical and geometric to the grammarian and figural, up to military. In our case, we are interested in the context in which obliquity is linked both to the representation of the vision and vision as an attitude. The representation or oblique axonometric is not perspective and was preferred by ancient for a range of clearness and measurability. Its history is more one thousand years old being used by Mediterranean and Chinese people, who continue to prefer the parallel projection to the perspective. The use that Leonardo himself did of the parallel projection is really a significant signal in the context of the Renaissance perspective.

The absolute dominance of the representation of perspective made it impossible to focus on other modes of representation that long-lasted and had an equal importance like perspective, starting from vascular representations of ancient Greece to the Pompeian frescoes, from Byzantine mosaics of the Italian Renaissance, up to the return of the axonometry within historical Avantgarde (Scolari).

Without going into historical implications, this diversity “dissimilar” of the representation of vision is of our interest because it confirms that the look of vision is not trapped in the laces of external codings, however important they may be, but on the contrary, it cohabits with other ways, equally valid and fundamental of vision. So the oblique look is this different and “dissimilar” capability that the artist moves towards things and the world in which he lives and symbolize.

LO SGUARDO OBLIQUO

Il 7 maggio SPAZIO TADINI inaugura tre mostre

Via Jommelli, 24 Milano

Le mostre sono aperte da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19

Durante gli eventi culturali a Spazio Tadini restano aperte fino alle ore 23

Salone Tadini

Collettiva di sei artisti di rilievo internazionale:


Sibyl Cohen, Pietro Finelli, Martin Gimenez, Arnold Helbling, Aga Ousseinov, Gorazd Poposki

Per visualizzare o scaricare immagini, testi e catalogo
www.spaziotadini.it

“LO SGUARDO OBLIQUO”

Dal 7 al 2 giugno 2009

Sei artisti propongo un percorso artistico interculturale dove l’immagine vuole proporsi nel suo ruolo dominante rispetto alla parola. Una lettura che invita a liberarsi di stereotipi visivi e concettuali. Il catalogo, curato da Pietro Finelli, raccoglie le interviste fatte a ciascun artista sul tema ell’immagine, sulla contemporaneità e su quali artisti hanno influenzato il loro lavoro.

“La parola obliquo ricorre in diversi contesti, da quello matematico e geometrico a quello grammatico e figurale, a quello militare. Nel nostro caso c’interessa il contesto in cui l’obliquità è legata sia alla rappresentazione della visione sia alla visione come atteggiamento. La rappresentazione obliqua o axonometrica è antiprospettica, era preferita dagli Antichi per una scelta di chiarezza e misurabilità. Ha una storia più che millenaria essendo utilizzata dal popolo mediterraneo e cinese, che continuano a prediligere la proiezione parallela su quella prospettica. Anche l’uso che Leonardo stesso fa della proiezione parallela, costituisce un segnale davvero significativo nel contesto del Rinascimento prospettico. L’assoluta egemonia della rappresentazione prospettica, ha impedito di soffermarsi su altri modi della rappresentazione che hanno avuto una durata temporale e un’importanza pari a quella della prospettiva, dalle rappresentazioni vascolari della Grecia classica agli affreschi pompeiani, dai mosaici bizantini al Rinascimento italiano, fino al ritorno dell’assonometria nel seno dell’Avanguardia storica (Scolari). Senza addentrarci in risvolti di tipo storico, questa diversità “altra” della rappresentazione della visione c’interessa perché conferma che lo sguardo della visione non è assolutamente intrappolato nei lacci di codifiche esterne, per quanto importanti esse possano essere, ma al contrario convive con altri modi, altrettanto validi e fondamentali, della visione. Per cui lo sguardo obliquo è questa differente e “altra” capacità che l’artista muove verso le cose e il mondo in cui egli vive e si ra-presenta.”

(P. Finelli)